La Corea del Sud con i suoi 51 milioni di consumatori ed un reddito pro capite che è previsto toccare i 30 mila dollari nel 2018 è la dodicesima economia del mondo (la quarta in Asia) e si conferma come uno dei più dinamici mercati dell’Estremo Oriente e uno fra i più interessanti del mondo per tassi di crescita e apertura ai modelli di consumo occidentali.
In Corea si usa dire “per diventare amici bisogna bere insieme”, infatti sulle tavole dei coreani gli alcolici non mancano. I due alcolici tradizionali coreani più popolari sono il Soju (distillato generalmente dal riso, ma anche dal grano o patate) ed il Makgeolli (ricavato dal riso), apprezzati per il loro costo estremamente contenuto (c.a. 1,5 euro a bottiglia) e per una bassa gradazione alcolica (4~5%). I coreani possono scegliere fra una grande varietà di piatti da abbinare agli alcolici e sono quindi abituati a mangiare e a bere allo stesso tempo. La cultura occidentale è entrata pian piano nella quotidianità e con l’avvento di piatti nuovi anche nuove bevande alcoliche sono state introdotte nel Paese.
Oggi In Corea il vino non solo fa parte della cultura enogastronomica ma rappresenta anche un fenomeno sociale, che sta entrando nella quotidianità dei coreani, con sempre maggiore attenzione da parte dei giovani.
Il mercato coreano del vino mostra segni di una crescita costante. Le importazioni coreane di vino hanno registrato un aumento del 24,8% rispetto all’anno precedente mentre le importazioni di vini italiani sono aumentate del 17,2% con un valore di 22 milioni USD. In un panorama che prevede una crescita generale costante fino al 2021, l’elemento più significativo è che si prevede che tutti i segmenti di qualità guadagneranno, ma la maggior crescita in termini di volume assoluto arriverà rispettivamente nei segmenti premium e standard. Il mercato può riservare grandi opportunità di crescita per le aziende che investiranno nei prossimi anni.